Pellegrinaggio a Lourdes: 26 giugno-1 luglio 1999

Di ritorno dall’indimenticabile avventura francese, avvertii, con immediatezza e forza, l’insopprimibile esigenza di comunicare quanto avevo visto e vissuto.
Quella del pellegrinaggio a Lourdes costituiva infatti per me un’esperienza spirituale e umana che non poteva assolutamente essere lasciata cadere nell’oblio.

Questi brevi appunti servono quindi allo scopo di evitare il pericolo di veder disperdersi o appannarsi, col tempo, quei ricordi stupendi. Ma non soltanto questo. Fissano nella memoria i volti autentici di persone concrete e ordinarie, che vivono un cammino di conversione -  il pellegrinaggio a Lourdes, che lo Spirito ha donato al nostro tempo -, chiamate a fare un’esperienza di fede concreta e, spesso, risolutiva per la propria vita.
Oramai era fatta. Non mi sembrava vero fino all’ultimo. Ero convinto che in extremis qualcosa mi avrebbe trattenuto, impedendomi di partire.  Ma, allo stesso tempo, avvertivo dentro di me la forza di una chiamata irresistibile, che m’invitava, mi spingeva, mi sollecitava.  Malgrado le mie sessantasei primavere…  Certamente, a darmi entusiasmo contribuiva la presenza cara di mia moglie.
Una volta mossosi il treno, però, quanti timori, quante paure, quella soprattutto di non potercela fare: appunto, proprio per quelle mie sessantasei primavere!  Infatti, partivo da ‘Volontario’ come tanti altri giovani … E più passavano le ore di quell’interminabile viaggio e più passava l’entusiasmo; mi sentivo più spinto che convinto, più dubbioso che contento.
Non ero mai stato a Lourdes, prima, e m’immaginavo qualcosa di profondamente diverso. Mi attendevo un devozionismo miracolistico ed esasperato.  Ho trovato invece un santuario nel vero senso della parola, diverso da tutti quelli che conosco, in cui si respira un’autentica spiritualità, e dove realmente si comprende il senso della presenza e della missione della Madonna nella Chiesa e nel mondo, ed in particolare per i poveri ed i sofferenti.
Il mio stato d’animo era molto strano, a volte contento, a volte no;  avvertivo dei passaggi forti da un’emozione  all’altra.  Capii presto
perché ero così: perché avevo dubitato di Dio, per questo pellegrinaggio.
Tutte le celebrazioni, con segni liturgici forti, pregnanti di ecclesialità e di universalità, erano partecipate come incontro luminoso con il nostro Dio, il Dio della Trinità e Missione, culminante nella luminosità della Pasqua.
E’ stata una settimana meravigliosa, completamente dedicata al servizio dei nostri cari ammalati, una settimana durante la quale il Signore ha sovrabbondantemente ripagato la fatica e la precarietà del servizio con i prodigi che Egli opera.  Ho provato la gioia purissima del contatto con una terra veramente santa; ho fatto comunione con persone con le quali non credevo fosse possibile; è stato per me un ‘bagno’ di autenticità evangelica, una forte cura ricostituente per la mia vocazione al volontariato, e, in definitiva, per la mia vita.
Per tutto questo, desidero pubblicamente ringraziare questa meravigliosa Associazione che risponde al dolce nome di A.M.A.S.I. Come non scorgere anche in ciò, un delicato segno di predilezione da parte della Nostra Signora di Lourdes, nostra protettrice?

Giovanni Milazzo